L’infermiere: il valore della professione

L’infermiere: il valore della professione

L’emergenza covid 19 ha reso evidente il valore della professione infermieristica facendo emergere, ancora una volta, le molteplici competenze della categoria pur scontrandosi con la miope gestione dell’emergenza da parte dell’ asp 7 di Ragusa che con scelte opinabili e a volte scellerate mette in serio rischio tutto il comparto sanitario provinciale e di conseguenza l’intera sicurezza di un territorio. Come dimenticare la mancanza di personale e DPI  con cui il comparto infermieristico si trova ad operare già da diverso tempo ed oggi, in tempi di emergenza, fa emergere prepotentemente le criticità del settore. Infatti il personale pur avendo la professionalità necessaria si trova ad espletare le sue mansioni con enorme difficolta nella confusione organizzativa che regna in questo momento di emergenza.

Tutto questo comporta tra il personale infermieristico un clima di paure e stress psicologico che alza il rischio di contagio come già è avvenuto per alcuni reparti costretti a chiudere o a dimezzare la propria capacità operativa a scapito del servizio per la collettività.

Nella prima ondata siamo stati definiti eroi, persone che nel momento di difficoltà trovano la forza per fare la cosa giusta al momento giusto, professionisti che pur massacrati dal lavoro insostenibile operavano  molte volte senza le dovute protezioni mettendo a rischio la propria vita, cosa che per altro è successa  a diversi colleghi, persone che lavoravano coscienziosamente per uscire dal momento emergenziale, sperando che le criticità incontrate nella prima ondata non si sarebbero presentate di nuovo. Invece all’inizio della seconda ondata di emergenza ci ritroviamo nelle stesse identiche condizioni della prima, mancanza di personale, DPI inadeguati, rispetto dei protocolli insufficiente, sicurezza personale carente per mancata vigilanza del personale addetto ma soprattutto la confusione dei vertici aziendali determina, ancora una volta, un clima di malessere generalizzato.

Concludendo l’infermiere che dovrebbe lavorare in serenità per dare una giusta assistenza e supporto psicologico adeguato alla situazione di emergenza, si trova ad operare in condizioni non ottimali rischiando di contagiarsi e  contagiare  gli altri ed è solo l’alto senso di responsabilità della categoria a far si che il sistema non collassi con conseguenze disastrose per la collettività.

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Sonia Amenta

Consiglio Direttivo

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